SMALL HOME GREAT PROJECTS
a cura di Johnny Dell’Orto e Alessandro Guerriero
Raccontare il proprio vissuto non è mai stata una operazione facile. Scrivere di sé vuol dire aprirsi agli altri senza limiti e senza paure, spesso mettendosi in discussione, oppure può capitare di scoprire momenti che per lunghi periodi erano rimasti nascosti o perduti in fondo ai propri ricordi. Poi, queste immagini del passato appaiono limpide e reali, offrendo inaspettatamente allo scrittore, emozioni cariche di sentimenti forti e autentici.
Da sempre la propria casa è stata lo specchio perfetto della nostra personalità. Essa racchiude tutto ciò che ci appartiene: i sogni, le inquietudini, le ambizioni, le gioie e i dolori. Ma quando nella vita delle persone avviene un grande cambiamento, quella casa che fino ad un certo giorno conteneva la propria quotidianità, all'improvviso può diventare un rifugio dove sentirsi protetti o al contrario, uno spazio opprimente da dove fuggire al più presto.
Per l'artista, rappresentare questo vissuto, tra l'altro di persone che fino a quell'istante non conoscevano, diventa ancora più difficile. Bisogna entrare nelle diverse storie, immaginare e fissare attraverso la propria arte quella intimità che lo scrittore le aveva offerto incondizionatamente.
È questa un po' la magia che è scaturita da questo incontro. Una esperienza condivisa, fatta di rispetto e accettazione tra due persone che casualmente intraprendono un percorso comune e dove la casa diventa una metafora perfetta fatta di ricordi e immaginazione.
Telling one's life has never been an easy operation. Writing about oneself means opening up to others without limits and without fears, often questioning oneself, or it can happen to discover moments that for long periods had remained hidden or lost at the bottom of one's memories. Then, these images of the past appear clear and real, unexpectedly offering the writer emotions full of strong and authentic feelings.
Our home has always been the perfect mirror of our personality. It contains everything that belongs to us: dreams, anxieties, ambitions, joys and sorrows. But when a great change takes place in people's lives, that house that until a certain day contained its daily life can suddenly become a refuge where to feel protected or on the contrary, an oppressive space from where to escape as soon as possible.
For the artist, representing this experience, among other things of people who until then did not know, becomes even more difficult. We must enter the different stories, imagine and fix through our art that intimacy that the writer had offered her unconditionally.
This is a bit of the magic that came out of this encounter. A shared experience, made of respect and acceptance between two people who accidentally undertake a common path and where the house becomes a perfect metaphor made of memories and imagination.
Johnny Dell’Orto
